Indipendentemente da quale tecnica corporea energetica della tradizione cinese si pratica, sempre si parla di affondare, di abbassare il proprio centro energetico, di entrare in contatto con la terra. Perché questo? Che senso ha? Ed è possibile spiegare in modo concreto cosa esattamente s’intende per tutto ciò?
Per venire a capo di queste domande prima di tutto ci dedichiamo all’anatomia energetica del nostro corpo. Noi tutti conosciamo bene l’anatomia fisica, che si orienta con ossa, muscoli, organi eccetera. L’anatomia energetica si sovrappone ad essa come una mappa geografica si sovrappone ad una mappa politica: alcune strutture si incontrano, altre si sviluppano in modo parallelo, altre ancora descrivono forme e percorsi del tutto diversi. Nella tradizione della medicina cinese non è mai esistito un grande interesse per l’anatomia fisica, a differenza dell’anatomia energetica, che è stata sperimentata e studiata per millenni e descritta nei minimi dettagli.
L’asse energetica principale del corpo umano attraversa il busto per il lungo dal punto più basso sul perineo al punto più alto sul vertice della testa. Nei termini cinesi questi due punti rappresentano yin e yang, terra e cielo. Tra questi due poli il qi si muove su diversi meridiani in direzione ascendente e discendente. Esistono infiniti esercizi di qigong dedicati a liberare i meridiani che salgono o scendono e per sostenere ed armonizzare la salita e la discesa del qi.
Una parte importante di queste strutture energetiche longitudinali è la cosiddetta asse acqua-fuoco. “Acqua” corrisponde al sistema funzionale del Rene, che controlla il basso ventre, mentre “fuoco” rappresenta il sistema funzionale di Cuore, ossia la parte superiore del torace. Lungo l’asse acqua-fuoco troviamo anche due dei tre centri energetici del nostro corpo, denominati nella tradizione cinese “campi di cinabro”, in cinese dantian 丹田. Si tratta di centri intorno ai quali il qi, l’energia, si accumula e si accentra spontaneamente. Il dantian inferiore si trova poco sotto l’ombelico al centro del basso ventre ed è legato energeticamente al sistema di Rene, l’acqua sulla nostra asse. Il dantian medio si trova dietro il centro dello sterno ed è legato al sistema di Cuore, il nostro fuoco. Il terzo dantian, quello superiore, è localizzato tra le sopracciglia al di sopra della radice del naso, e quindi al di fuori dall’asse acqua-fuoco. Questi centri energetici hanno un ruolo fondamentale in tutte le tecniche corporee energetiche dell’asia orientale. Si tratta di fulcri dai quali partono e verso i quali si dirigono tutti i movimenti del qi. Se parliamo della necessità di abbassarci allora fondamentalmente intendiamo lo spostamento del qi dai dantian medio e superiore a quello inferiore.
Sotto e sopra, terra e cielo, acqua e fuoco, Rene e Cuore, ventre e torace, dantian inferiore o medio e superiore: tutti questi stanno a rappresentare yin e yang. Il basso ventre con la sua sensibilità al freddo, con le sostanze impure che accumula, con la sua tendenza alla chiusura e a dirigere verso il basso ha una natura più yin; il torace invece con il pompare ritmico di polmoni e cuore, diretto principalmente verso l’esterno e verso l’alto, con il sistema di Cuore, sede della mente che non riposa mai, tende nella direzione yang. Il sistema di Rene raccoglie e accumula (yin), il sistema di Cuore muove e distribuisce (yang). La verticale e in particolar modo l’asse acqua-fuoco collegano così all’interno del nostro corpo energetico queste due forze contrastanti. La salute è possibile soltanto se yin e yang collaborano in modo armonioso, se lungo l’asse acqua –fuoco si controllano e si sostengono a vicenda.
Ma esiste un problema di fondo: non è facile – usando una immagine – cucinare bene se la pentola con l’acqua si trova sotto e il fuoco sopra. Noi esseri umani abbiamo per così dire una sorte di errore di costruzione energetica: lo yin tende verso il basso e lo yang verso l’alto e quindi acqua e fuoco si allontanano l’una dall’altro invece che incontrarsi. Anche a prescindere dalla logica dell’immagine è un dato di fatto che i disturbi sull’asse acqua –fuoco o in senso generale nell’ interazione tra yin e yang sono molto frequenti. Un tale disturbo comporta il vicendevole allontanamento tra yin e yang: il primo si raffredda troppo, tende troppo verso il basso e s’indebolisce; il secondo invece perde sostanza ed ancoraggio e si surriscalda, diventa iperattivo e fugge verso l’alto. Un tale disequilibrio può manifestarsi per esempio sul livello fisico con tensioni nella parte alta (nuca, spalle, schiena alta) e debolezza nella parte bassa (lombari, ginocchia, gambe in generale). Disturbi sull’asse acqua-fuoco di frequente entrano anche nell’ambito psichico ed emozionale. In questo caso al sistema di Rene manca la forza e la persona ha una sensazione di pericolo, di paura; non riesce a stare nella vita saldamente perché si sente mancare la terra sotto i piedi. Nel contempo il sistema di Cuore non è abbastanza ancorato: la mente non riesce a calmarsi, manca la giusta distanza emotiva; spesso si manifestano irrequietezza, disturbi del sonno o la fuga delle idee. L’attacco di panico è un esempio chiaro benchè estremo per una divisione sull’asse acqua-fuoco: la persona sprofonda nella paura mentre il cuore batte all’impazzata.
Ma anche in situazioni meno estreme non è difficile percepire uno squilibrio tra le forze ascendenti e discendenti all’interno del nostro corpo. Normalmente si fa sentire di più „l’alto“ diventato irrequieto, mentre “il basso” indebolito rimane più difficile da percepire. Molte persone riescono a sentire come nei momenti più frenetici nel torace e nella testa si faccia largo una sensazione insistente, uno spingere e brulicare e gonfiarsi, a volte anche una vertigine, come se la testa fosse una mongolfiera gonfia e in procinto di strappare gli ormeggi. Nel contempo si manifesta una sorta di accelerazione interiore, perché quando lo yang si stacca dallo yin non soltanto sale, ma diventa anche più veloce. Lo yang prepotente a volte comporta una maggiore concentrazione ed efficacia, utili nel mondo del lavoro. Ma questo vantaggio dura soltanto fino a quando lo squilibrio non faccia comparire i primi effetti negativi sulla salute.
Il nostro stile di vita del resto contribuisce molto a dividere acqua e fuoco. Molte persone centrano la propria energia nei dantian superiore e medio praticamente tutto il giorno e dimenticano completamente di rafforzare anche il dantian inferiore. Quando si pensa, si parla, si legge, si guarda la tivù o si lavora al computer la parte alta del corpo – torace, braccia e testa – è costantemente attiva, mentre le gambe dormono immobili sotto la scrivania o penzolano dal divano. E’ come se in una casa al primo piano si avesse un continuo viavai di gente mentre il pian terreno rimanesse vuoto e trascurato.
Cosa fare dunque quando l’equilibrio tra l’alto e il basso è messo male? Per me la migliore risposta è senza dubbio il qigong. Questa tecnica energetica è perfettamente capace di armonizzare yin e yang, acqua e fuoco, qi ascendente e discendente. Per fare ciò esistono molti approcci diversi e innumerevoli esercizi. Di alcuni di questi discuteremo in un prossimo articolo seguendo i tre punti che secondo me sono i principali:
– La respirazione
addominale: libera il diaframma, il passaggio tra l’alto e il basso, e inonda
l’addome di qi.
– La centratura: quando mente, movimento e qi si concentrano sul dantian
inferiore diventa più semplice il raccoglimento; il dantian inferiore raccoglie
mentre i dantian medio e superiore disperdono di più.
– Il contatto con la terra (grounding): scaricando il peso del corpo
lungo la sua naturale linea di gravità fino alla terra si liberano tensioni e i
flussi discendenti ed ascendenti del qi.