In medicina cinese, si sconsiglia di sottoporsi a eccessivi sforzi. Questo ovviamente non significa che dovremmo evitare del tutto l’attività fisica; al contrario, il movimento è fondamentale per una buona salute. È piuttosto l’eccessivo sforzo che può diventare problematico, e questo sia a livello fisico che mentale. Per comprendere questo concetto, iniziamo a parlare del qi in senso generale.
Nella medicina cinese esistono diversi tipi di qi: weiqi, yuanqi, zongqi, guqi, kongqi e altri ancora. In questo articolo ci riferiremo all’unica forma di qi senza ulteriori specificazioni: il qi in senso generale. Il qi generale corrisponde ampiamente a ciò che noi percepiamo come la nostra “energia”. Siamo tutti in grado di percepire questa energia e di gestirla al meglio giorno dopo giorno. Sappiamo quando siamo pieni di energia, quando ne abbiamo consumata troppa e quando è necessario riposare. E’ evidente che il qi generale viene consumato durante uno sforzo, ed è per questo che potremmo definirlo come il nostro qi “carburante”, anche se questo paragone non è usato nella medicina cinese.
Riconosciamo chiaramente anche l’importanza dell’alimentazione e della respirazione per il rifornimento dell’energia. Infatti, secondo la teoria cinese, il qi generale proviene dalla parte pura dei cibi e dell’aria, ottenute durante la digestione e la respirazione rispettivamente dai sistemi funzionali di milza e polmone. Oggigiorno, possiamo paragonare questo concetto alla conversione di calorie e ossigeno in energia all’interno delle nostre cellule. Inoltre, percepiamo che il sonno e altri periodi di riposo permettono al corpo di produrre nuovo qi e di rifornirci di energia. Infatti il consumo di qi è legato principalmente alle fasi yang, mentre durante una fase yin l’organismo è capace di risparmiare qi e di colmarne il vuoto.
Quali sono gli ambiti in cui il qi generale viene consumato? Il consumo maggiore è certamente legato allo sforzo fisico, iniziando con il semplice mantenimento della posizione eretta fino ad un esercizio fisico intenso. Anche uno sforzo mentale, come pensare, ragionare e studiare, consuma qi. Infatti il cervello è il singolo organo nel corpo umano con il maggiore fabbisogno di energia. Infine, alcune emozioni possono anch’esse esaurire il qi e stancarci, così come le interazioni sociali e la comunicazione. Chi ha una “batteria sociale” scarica, sente il bisogno di isolarsi per ricaricarsi dopo un periodo trascorso in compagnia.
La quantità di qi a disposizione varia da individuo a individuo e cambia nel corso della vita. Da giovani abbiamo generalmente più energia e tempi di recupero più brevi, mentre con l’avanzare dell’età il qi declina gradualmente. Variano molto anche gli ambiti in cui una persona dispone di energia: c’è chi è capace di correre una maratona ma si stanca a leggere poche righe, e c’è chi lavora con la mente in modo incessante mentre fisicamente si stanca subito.
Quando il qi generale scarseggia, in medicina cinese si parla di un deficit di qi (in questo caso generico). Un deficit di qi generale è la conseguenza normale e fisiologica dopo uno sforzo importante, sia in ambito fisico che mentale o emozionale. Una persona in buona salute in questa situazione mangia, respira e riposa, e il giorno dopo sarà nuovamente carica. Diventa preoccupante invece quando un deficit di qi generale si manifesta senza sforzi precedenti, indicando un quadro di disequilibrio più spesso cronico, la cui causa principale è di solito una ridotta produzione di qi.
Abbiamo già visto che la produzione di qi dipende soprattutto dai due sistemi funzionali di milza e polmone. Le ragioni per cui milza e polmone producono troppo poco qi possono essere varie. Potrebbe esserci un problema con le materie prime. Se semplicemente mangiamo troppo poco oppure consumiamo cibi poco adatti per la produzione di qi, la milza non potrà disporre delle risorse di cui ha bisogno. Lo stesso vale per il polmone: se la nostra respirazione non è sufficientemente profonda oppure l’aria che respiriamo non è buona, anche da quella parte la produzione di qi sarà limitata. Una seconda ragione può essere una debolezza dei sistemi di milza e polmone o qualsiasi quadro di disequilibrio che possa limitarne la funzionalità. Qui in verità entriamo in un campo vastissimo con molte situazioni patologiche diverse.
Rimane una terza ragione, e con essa finalmente il nostro cerchio si chiude e torniamo a parlare della fatica eccessiva. I sistemi funzionali di milza e polmone per poter espletare le loro funzioni dipendono dallo stesso medesimo qi generale che viene consumato facendo una fatica fisica o mentale. In altre parole: il corpo ha bisogno di qi per poter produrre qi. Se il qi scarseggia e ci sentiamo stanchi, anche i nostri sistemi funzionali rallentano la loro attività per risparmiare energia. Così, la normale stanchezza dopo una giornata attiva avrà già come conseguenza una leggera inclinazione nell’attivazione di questi sistemi funzionali. Ciò significa anche che la produzione di qi sarà rallentata proprio durante i momenti di stanchezza. Normalmente l’organismo riesce a superare questa situazione difficile durante una fase di riposo sufficientemente lunga.
La situazione può diventare critica quando il qi è veramente poco (pensiamo a una situazione di fatigue), oppure quando il dispendio di energia è davvero eccessivo. In tali circostanze potrebbe instaurarsi un circolo vizioso, in cui il consumo eccessivo di qi rende l’organismo troppo debole per produrne a sufficienza. Di conseguenza, il temporaneo deficit di qi generale può diventare cronico e i sistemi funzionali che dipendono da un adeguato apporto di qi saranno indeboliti in modo persistente. Il sistema funzionale più sensibile agli effetti negativi di una fatica eccessiva, sia essa fisica che mentale, è sicuramente la milza.
Ecco perché in medicina cinese si consiglia di evitare eccessivi sforzi. In genere, la naturale stanchezza che segue ogni attività ci aiuta a valutare il nostro livello di energia e a mantenere i tempi di riposo sufficienti. Tuttavia, fattori come lo stress, la tensione e un consumo eccessivo di caffè possono rendere più difficile percepire questo importante segnale del nostro corpo. Pertanto, il consiglio è di tenere d’occhio la nostra disponibilità di energia e imparare a dosare bene il nostro qi generale, poiché rappresenta una risorsa di vitale importanza anche per i nostri organi interni. Il limite da rispettare è ovviamente individuale e variabile, ma come linea guida generale è consigliabile cercare di sentirsi riposati al più tardi il giorno successivo a uno sforzo significativo. Se, al contrario, la stanchezza persiste anche il giorno seguente, potrebbe essere una buona idea risparmiare un po’ più con la propria energia alla prossima occasione.
Come in precedenza, articolo interessante.
Scritto in maniera semplice e capibile. Complimenti